couchsurfing again

Lo scorso weekend abbiamo ospitato un ragazzo iraniano. Avevo deciso che ormai era passato troppo tempo dall’ultima esperienza, quasi tre anni (nell’autunno 2009 avevamo ospitato un ragazzo indiano) e che dovevo vincere la mia pigrizia. Ero un po’ titubante, pensando alla possibile lontananza culturale e, non mi vergogno ad ammetterlo, a quell’aura di diffidenza che si sente ogni volta parlando di Iran. Ovviamente, mi sbagliavo. Completamente. Behrooz si è rivelato un tipo simpaticissimo, molto alla mano e probabilmente più vicino a me di quanto non possano essere molti miei connazionali. Ancora una volta, couchsurfing si è rivelato un modo per sconfessare gli stereotipi che ci creiamo nella mente riguardo a persone di altri paesi, innescando un meccanismo di generalizzazione, forse inconscio.
La cosa che poi mi riempie sempre di gioia è vedere come i bimbi si relazionino spontaneamente con persone che non hanno mai visto e con cui ci sono inevitabili limiti di comunicazione: non solo hanno giocato con lui, che si è mostrato ben felice, ma hanno anche chiesto di lui il giorno dopo, quando se ne era andato.
E poi, ancora una volta, sono stato felice di andare un po’ in giro per la mia città, anche in qualche posto dove non ero mai stato.

pronto soccorso

Ieri sera, a distanza di quasi un lustro, ho fatto una nuova esperienza al pronto soccorso in prima persona. Anche stavolta si tratta di un infortunio sportivo, sempre dovuto alla passione per il basket. Stavolta ho beccato una testata sotto al mento, che mi ha provocato, oltre a un discreto dolore dentale, una ferita lacero-contusa che ha avuto bisogno di quattro punti di sutura. Me la sono cavata bene, resistendo stoicamente mentre il dottore mi ricuciva. Meno piacevole la precedente rasatura a secco fatta dall’infermiera con un rasoio usa-e-getta. Ora mi tengo per un po’ questo cerottone. Intanto sto meditando l’acquisto di un bite sportivo.