Ieri mi è successa una di quelle cose che, quando si raccontano a voce, vanno fatte precedere assolutamente dall’esclamazione "cioè non potete capi’!". Ma siccome sto scrivendo su un blog serio (?), esporrò i fatti con calma. Dunque, stavo tranquillamente tornando a casa, sul Raccordo, poco dopo l’uscita della Cassia Bis. Vedo auto in fila e penso subito ad un incidente. Rallento e inizio a percorrere la corsia di emergenza, fiducioso di vedere presto la fine della coda. Invece, andando avanti sembra sempre tutto più bloccato. A un certo punto vedo la gente fuori dalle macchine, sempre più fuori, fino a che sono ridotto in seconda a fare una gimcana tra le persone, manco fossi dentro a Villa Ada invece che su un’autostrada. La "corsa" finisce davanti ad un nastro bianco e rosso teso su tutta la carreggiata, davanti al quale parcheggio la moto. Lo spettacolo che mi si para davanti è il seguente: medici, poliziotti, pompieri, protezione civile, fantomatici individui con una polo con scritto "G.R.A." (gli steward del Raccordo?), tizi che fotografano col cellulare, diverse ambulanze e addirittura un elicottero atterrato sull’altra corsia. Un camion dell’AMA giace riverso sull’asfalto, ma non su un fianco: sul tetto! Completamente capovolto!! Un furgoncino più piccolo gli sta a fianco mezzo incastrato e insieme occupano tutto lo spazio. Mi rassegno a passare tutto il pomeriggio e forse anche la sera sul posto, avverto casa e aspetto. A un certo punto si paventa l’ipotesi di far passare almeno le due ruote sul metro di asfalto disponibile: tutti in sella, ma è un falso allarme. Per fortuna dopo una mezz’oretta l’ipotesi riprende piede, stavolta è quella buona: passo tra i primi e infine arrivo a casa senza nemmeno troppo ritardo. Stamattina ho poi cercato sul web e trovato che l’incidente per fortuna ha provocato solo feriti.
Al confronto delle tue perle di vita vissuta i racconti di Manuel che torna dal Sudamerica sono bazzecole…
Ma va a cagar.