i ricordi

Ieri c’è stato il matrimonio di Anna e Stefano. Anna è una delle mie ex compagne di liceo, Stefano invece un mio ex vicino di casa di quando ero piccolo (tra i 5 e i 10 anni). Ovviamente c’è stato molto amarcord, da una parte con la famiglia di lui ma soprattutto con gli altri compagni invitati (non tanti purtroppo, in tutto eravamo solo 5 sui 16 reduci del mitico III A). Per fortuna abbiamo tutti i pupi, almeno un po’ si è parlato di loro e non solo dei lontani e indimenticabili giorni passati insieme sui banchi. Tra l’altro con Ernesto si è deciso che per il mese prossimo va assolutamente fatta la rimpatriata del quindicennale, stile “villa Scialoia”.
Ma non è finita qui, perché stamattina avendo un buco di attesa al Policlinico ho deciso di fare un salto in facoltà: un sacco di cose rimaste come allora, alcune invece cambiate. Ho anche incontrato alcuni professori e addirittura scambiato due chiacchiere col mio correlatore.

notte

Stanotte è partita una grande sperimentazione, nota (solo a me e a pochi altri) come “figli che dormono nella loro stanza”. Abbiamo proceduto come segue: messo il piccolo nel lettino (quello con le barriere, ereditato) invece che nella carrozzina, messo il grande nel suo letto tentando di convincerlo che deve tenere compagnia al fratellino sennò poverino dorme da solo. La parte più difficile, ancora da perfezionare, è la seconda. Per il resto è andato tutto a meraviglia: 8 ore abbondanti di sonno tutte di filato (tranne una breve incursione notturna di verifica: ma vuoi mettere, rispetto all’alzataccia di prima?). La prossima notte si prosegue, con grande ottimismo.

sognorama

Stanotte ho sognato di essere nel futuro (chiara influenza, chi non l’ha già capito dal titolo è un incolto). Mi trovavo in una specie di banco dei pegni a vendere un pacchetto di sigarette del passato (cioè del mio presente), io che non ho mai fumato (probabile influenza dei racconti di Manu). Il tipo mi offriva un sacco di soldi, ma avevo l’impressione che mi stesse fregando (forse influenza da Una poltrona per due? Boh!). Ciò dimostra che svegliarsi alle 5 di notte per fare il latte al pupo almeno un vantaggio ce l’ha: ricordarsi i sogni fatti a notte fonda.

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