Maggio, mese ormai dedicato al “pellegrinaggio” a Verona per partecipare alla conferenza di riferimento nazionale per PHP. Non potevo certo mancarla, per quanto i tre giorni (ne aggiungo sempre uno per viaggiare tranquillo all’andata) siano per un freelance come me un investimento (sotto forma di mancato ricavo).
I tempi ormai non sono più quelli di una volta, da dopo il Covid la conferenza è sempre stata in forma ibrida, il che probabilmente fa propendere molti indecisi per la versione online, a scapito di quella in presenza. L’altra grande differenza col passato è che la formula a doppia traccia non sia stata più riproposta, riducendo di conseguenza l’offerta di presentazioni.
Dal mio punto di vista poi devo aggiungere una ridotta partecipazione di miei concittadini, che mi porta sempre a un impietoso confronto col decennio scorso, in cui dal PUG Roma arrivavamo in una dozzina (se non ventina, negli anni di picco) e ormai invece vengo solo io. Però qualche vecchia conoscenza (da altre città) si incontra sempre e, con mia sorpresa, conosco anche qualche romano che non conoscevo in precedenza. Aggiungo poi la solita, proficua, aggiunta di nuovi contatti. Questa alla fine è la causa principale che mi induce a partecipare, insieme al sempre ottimo lato gastronomico.
I talk invece offrono ormai pochi spunti a uno sviluppatore navigato come me, anche se qualcosa di interessante esce sempre. Ci sono poi sempre i keynote motivazionali, su cui si può sempre imparare qualcosa o comunque mantenere il polso della situazione.
Come bonus per me, ho provato a fare uno sforzo per uscire dalla mia comfort zone e ho proposto un lighting talk (dieci minuti), che ho ideato il giovedì (primo giorno di conferenza), scritto il venerdì mattina e presentato il venerdì pomeriggio. Purtroppo ho commesso il fatale errore di dimenticare di far partire l’orologio, per cui sono andato lungo. Mi frega sempre il timore di arrivare corto (che sicuramente sarebbe molto peggio), ma in questo formato brevissimo è sempre difficile riuscire a stare nei tempi, soprattutto senza aver provato. Mi pare comunque che sia andato abbastanza bene e una persona in particolare mi ha ringraziato per avergli fornito un’ispirazione. Insomma alla fine sono riuscito anche a restituire un po’ di quello che mi porto a casa.