Sabato scorso sono stato al cinema a vedere Spider-man: no way to home. In realtà ci sono andato solo perché mio figlio minore (Gabriele) aveva organizzato coi suoi amici e uno di loro ha dato buca. In effetti non ero per niente entusiasta di questa scelta, per me l’unico Spider man è Toby McGuire (pensavo di non aver nemmeno visto i primi due titoli di questa nuova serie, ma poi riguardando il primo mi sono ricordato che in effetti lo avevo visto e poi dimenticato). Il posto scelto è ormai il nostro solito The Space, che oltre a belle sale ha anche sei colonnine di ricarica (tre occupate e due guaste, ho dovuto parcheggiare un po’ stretto ma almeno l’ultima funzionava).
Dunque il film inizia un po’ moscio e con l’impressione di guardare l’ennesima puntata di una serie di telefilm in forma di film degli Avengers. La svolta è quando la trama vira su una questione di universi paralleli, con la comparsa di alcuni “villani” di altre serie (in realtà per la seconda serie non saprei riconoscerli, non l’ho vista oppure l’ho vista e l’ho rimossa, vedi sopra). A un certo punto c’è il colpo di scena (probabilmente non tanto per chi ha seguito trailer e anticipazioni, quindi per me sì) dell’arrivo appunto del Peter pennellone della seconda serie. A quel punto ho iniziato a sperare e in effetti poco dopo è arrivato Peter/Toby e da quel punto per me il film è diventato un filmone. Sono andato via soddisfatto e non posso far altro che raccomandarne la visione (e occhio, perché le featurette dopo i credits sono addirittura due).