1984

Ho finito ieri di leggere 1984. Non ne scriverò una recensione, perché ne sono state scritte molte e la mia non sarebbe sicuramente all’altezza. D’altronde mi vergogno anche un po’ ad averlo letto così tardi e ovviamente lo consiglio a chiunque non l’abbia ancora letto (inseme a Il mondo nuovo di Huxley, tanto per fare un confronto tra distopie).
Quello che però mi ha colpito di questa edizione, che ho letto in traduzione del 1950, è di come la nostra lingua sia cambiata nel giro di soli 60 anni, considerazione ancora più interessante in virtù del fatto che il romanzo stesso tratta argomenti linguistici, seppure di fantasia. I cambiamenti sono tanti: alcuni semplicemente ortografici, altri di modi di dire ormai caduti in disuso, molti di parole abbandonate. Quando ho capito che sarebbero stati troppi per ricordarli, ho deciso di appuntarli e riportarli.
Iniziamo dai cambiamenti ortografici: da per tutto, a mala pena, press’a poco, gran che, cartavetrata, allato.
Poi i modi di dire non più usati: compreso d’entusiasmo, a un dipresso, dare la stura, senza mende, vòlte in ridicolo, è stata una provvidenza, borsari neri.
E infine le parole: barbugliare, scansia, serqua, rimestio, trasalimento, sbertucciati, fatte (guano), zinale, cuccuma, cantonata (zona), cascame, proclive, frigidaire, seco, industre, impostura, puerizia, mondato, brago, croco, impiantito, proietto, affettare (fingere), melanconia, ramaiolo, servaggio, batista, sinecura, tratturo.
Infine c’è il curioso caso di una parola che si usa ancora, ma che mai si potrebbe trovare in un attuale contesto letterario “normale”: cesso.

4 thoughts on “1984

  1. Un libro che mi ha cambiato la vita e ho riletto più di una volta.
    Anche tutti gli “esperimenti” di neolingua sono affacinanti. L’abberviazione delle parole è un fenomeno attualmente molto vivo.

    Ma in generale è veramente impressionante la lucidità con cui Orwell ha saputo predire tante/troppe cose del nostro presente. La guerra continua, il bipensiero (che oggi si traduce in incoerenza alla scilipoti) e la presenza inevitabile di un “controllo” dall’alto. Che censura e valuta le tue azioni.

    Un libro da leggere e da conservare a futura memoria. Anche il nuovo mondo molto bello. Suggerisco, se non l’hai ancora letto, anche un altro classico della distopia: Fahrenheit 451 di Bradbury

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