il calcio

Non ricordo esattamente quando ho perso interesse per il calcio. Da bambino avevo una grande passione: facevo l’album delle figurine (ne conservo ancora uno, l’unico che ho completato), passavo la domenica pomeriggio con la radio e la sera a guardare le trasmissioni sportive. Deve essere stato a fine anni ’90, perché ricordo chiaramente di aver seguito con attenzione il mondiale del 1994 e di aver ignorato quello del 2002 (di quello del 1998 non ricordo nulla). Ero tifoso della Juve.
Ovviamente, non è pensabile di rimanere all’oscuro degli avvenimenti calcistici, vista la preponderanza in qualsiasi fonte di notizie nazionali.
Detto questo, non mi dispiacerebbe se la Roma vincesse lo scudetto. Un po’ per simpatia di alcuni elementi, un po’ per antipatia di altri.

sprint di loquacità

Il piccolo Gabriele, in queste ultime settimane, è entrato in pieno nello sprint di loquacità: è passato da quelle 10-20 parole (sempre le stesse) che aveva imparato finora a:
– ripetere praticamente qualsiasi parola che gli venga detta, a volte anche coppie di parole (tipo Barack Obama)
– ripetere spontaneamente parole sentite non immediatamente
– contare fino a 10 (con degli aiuti, vabe’)
– intonare canzoncine (sia appena sentite che precedenti)
Tanto per fare un esempio, è passato a chiamare il fratello da “Ooo” (= “Leo”) a “Leonaddo”.
Purtroppo non riesco mai a immortalare questi progressi, perché Gabri si blocca appena vede che lo sto riprendendo col telefonino (forse è interessato al medesimo).
Accontentatevi di questo video in cui, inseme a Leo, reinterpreta un noto successo dei Police