Ecco, uno sta a casa un po’ di giorni (vedi diario precedente), gli prende un po’ la mania del casalingo. Pensa che magari è ora di lavarsi la giacca della moto, piena di moscerini. Stacca diligentemente tutte le protezioni, svuota le tre tasche. Riempie una bacinella di acqua calda e Dixan e inizia l’ammollo. Poi, durante il risciaquo del giorno successivo, gli sovviene del libretto di circolazione rimasto nella tasca interna. Lo tira fuori imprecando, cerca di asciugarlo col phon senza fare ulteriori danni (impossibile). Il risultato è quella roba in foto che pare un papiro della prima dinastia recuperato da una piramide.
Poi succede che uno cerca sul web e – che figo! – trova sui siti delle forze dell’ordine che basta fare una denuncia per avere a casa il duplicato. Miracoli della connessione tra apparati pubblici, uno pensa. Salvo poi andare dai Carabinieri alle cinque meno due minuti e scoprire che il collegamento dura solo dalle 9 alle 17 (forse c’è un omino dietro che lo fa funzionare con una manovella?)
un consiglio: la prox volta datti all’ippica!