Ieri sera ho partecipato all’iniziativa “Una battuta nel buio”: una cena al buio organizzata dalla squadra di baseball per ciechi di Roma, la All Blinds. Per chi non lo sapesse una cena al buio è esattamente quello che dice di essere: una cena in un locale completamente privo di fonti di luce, a cui partecipano sia ciechi che vedenti. Va detto che i camerieri, fortunatamente, sono ciechi anch’essi.
L’impatto iniziale è duro, qualcosa a cui veramente non si è abituati. L’aiuto dei ciechi in questo caso è fondamentale e in fondo uno dei motivi di queste iniziative è proprio quello di ribaltare il rapporto di sostegno tra ciechi e vedenti.
Devo dire che io sono stato un po’ avvantaggiato dall’aver frequentato, purtroppo sporadicamente, il mio amico Michelangelo, che conobbi nell’ormai lontano 1998. La sua presenza, oltre che assicurarmi una piacevole conversazione durante la serata, è servita come sostegno pratico e morale. Sono riuscito alla fine a mangiare tutto, antipasto, primo, secondo e frutta, senza sporcare nessuno, me compreso, e senza incidenti collaterali, tranne un coltello caduto senza troppi danni. MI sono persino versato l’acqua nel bicchiere.
Alla fine, quando sono state accese le luci, ho avuto una sensazione mista di fastidio e di sollievo, ma anche di sorpresa: il locale non era affatto come mi ero sforzato di percepire al buio, sia per forma che per dimensioni, che per disposizione dei tavoli.
È sicuramente un’esperienza che consiglio a tutti.
cena al buio
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