Negli anni novanta, quando ero un giovane ventenne squattrinato, mi iscrissi alle liste comunali degli scrutatori, contando di poter guadagnare qualche soldo extra. Effettivamente fui chiamato per alcune elezioni, forse erano le politiche del ’96. Ricordo anche di aver fatto almeno un’altra tornata elettorale, presentandomi al mio seggio e proponendomi come sostituto. Fast-forward ai giorni nostri: mi arriva una convocazione come scrutatore per le elezioni europee, dopo anni di inattività (almeno dal punto di vista scrutatorio, alle elezioni ho sempre votato). Sono stato un po’ indeciso se presentarmi o no, memore della poca corrispondenza tra quantità di lavoro e remunerazione. Alla fine ha prevalso il senso civico e ho deciso di andare.
L’impressione a posteriori è che non sia cambiato poi molto. L’impegno è ripetitivo e lungo nella fase preparatoria e durante la votazione. Lo spoglio non dura tantissimo, ma è noioso e in ora molto tarda (abbiamo fatto quasi le due di notte). Può sembrare banale, ma dipende molto dalla compagnia e quindi da chi ti capita come colleghi scrutatori. Per questa volta devo dire che mi è andata bene. La riuscita dello scrutinio invece dipende largamente dalla bravura del presidente o dalla capacità di un altro membro della sezione di supplirne eventuali carenze (quest’ultimo è stato il caso di questa volta). Pare che questo mio sforzo sarà ricompensato con 70€ ad agosto.