Il tahr fidato

Arriva oggi per durare anni e anni, ma io lo abbandonerò tra appena sei mesi. Almeno sul mio desktop, ma sicuramente sui server resisterà un paio di anni (fino all’avvento della 16.04). È Ubuntu 14.04 LTS, nome in codice Trusty Tahr. Già aggiornato su 3 delle 5 macchine che gestisco.

40 (Quaranta)

Dunque anche per me è giunta la data fatidica, quella per cui la battuta più facile è la celeberrima sugli anta.
Se i normali compleanni spingono un po’ alla redazione di piccoli bilanci, la rotondità di tale cifra costringe a fare un bilancio più ampio. Se dovessi dividere la mia vita in decenni, potrei dire:

  • 1° infanzia
  • 2° scuola
  • 3° inizio lavoro
  • 4° matrimonio e figli

Be’, in realtà la divisione non è così netta. Se l’istruzione effettivamente era iniziata prima dei 10 anni e terminata dopo i 20, il matrimonio invece è stato un po’ anticipato.
Cosa metterò poi tra altri dieci anni? Chissà se i blog esisteranno ancora (questo su cui sto scrivendo, per esempio, non copre nemmeno l’ultimo quarto).
Probabilmente sarà il decennio dell’adolescenza dei figli, ma chissà…
Ma vorrei parlare anche della riuscitissima festa che ha organizzato l’instancabile Francesca, con una bellissima torta (che anche riassume la mia passione quasi decennale per Ubuntu), che come sempre era anche buonissima. Uno spledido pomeriggio di sole, passato insieme a parenti e amici: io, che di solito alle mie feste sono sempre un po’ a disagio per essere troppo al centro dell’attenzione, stavolta me la sono proprio goduta.

È meraviglioso

sala semi-deserta Il titolo non si riferisce alla mia opinione su The Lego Movie, il film/cartone che abbiamo visto ieri al cinema, ma alla canzone che ne fa (più o meno) da colonna sonora. In un cinema deserto (noi costituivamo l’80% del pubblico in sala), abbiamo fatto passare quantomeno un pomeriggio divertente ai bambini.
La storia pare inizialmente una critica abbastanza pesante della società dei consumi, con tutti gli omini Lego intenti a vivere una vita uguale e strettamente regolata. Diventa presto però un coacervo un po’ disarticolato di generi, con scene molto (troppo) frenetiche e quantità di personaggi difficile da contare. Quanto tutto sembra destinato a questa monotonia, c’è un colpo di scena con uno spostamento della metafora sul reale (non mi spingo oltre per non scadere nello spoiler). Il giudizio resta comunque vagamente negativo.