Ci sono un paio di cose di cui in gioventù ho abusato. Una era la televisione: cartoni animati soprattutto, ma anche serie tv e alla sera film. L’altra, argomento di questo post, è la lettura di fumetti. Con le dovute eccezioni de Il Giornalino e (più raramente) Geppo/Tiramolla/Popeye, le mie letture erano Disney: Topolino, con relative collane secondarie (Classici, Grandi Classici, Mega Almanacco, Paperino Mese, et similia). È capitato dunque negli anni che, a forza di continue riletture di vecchie storie, alcune frasi siano entrate nel mio lessico quotidiano. Più recentemente, mi sono reso conto di questa situazione quando ho sentito i miei figli ripetere tali frasi, semplicemente perché le avevano sentite da me. Da questa rivelazione è scaturita l’esigenza di portare i miei pargoli a conoscenza delle fonti di tali frasi: è partita dunque una caccia alla vignetta.
Purtroppo gran parte della vasta collezione è andata perduta (forse questa è una fortuna, perché ultimamente sto rivalutando la positività del decluttering) e online non si trova quasi niente. Ho dovuto ricorrere al fiorente mercato dell’usato, in cui si possono reperire vecchi numeri di Topolino per pochi euro. Ecco dunque la vignetta che ha dato origine all’espressione riportata nel titolo. Fa parte della storia Zio Paperone e l’invasione dei maxi-robot.
Una seconda frase, ripetuta ogni volta sia giunta l’ora di dormire è “A letto amici”. Tratta dalla storia Zio Paperone e l’enigmisticomania e contenuta in un bellissimo, quanto facile, rebus.
L’ultima vignetta, che mi manca, e di cui quindi purtroppo al momento non posso riportare l’immagine, è tratta da Paperino e il capro di Acatapulco: è “vado a pulirmi i denti, fiuu fiuu”, usata da Paperino per ingannare l’eponimo capro che lo teneva prigioniero. La storia era contenuta all’interno di Classico Olimpiadi, un numero speciale de I classici.
Ma va là, sbang!
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