La settimana scorsa ho finito di leggere I giorni dell’eternità, terzo e ultimo libro della trilogia scritta da Ken Follett. Ultimamente la mia nomea di lettore forte è abbastanza in crisi, con una caduta progressiva dal mio record di libri letti (e di pagine) del 2010. Quest’anno potrei addirittura scendere sotto la fatidica soglia dei 12 (quindi di 1 libro al mese), ma per qualsiasi opera di Follett faccio sempre eccezione: queste ultime 1212 pagine sono volate via in poco più di tre settimane. Questo perché Follett ha una superba capacità di caratterizzazione dei personaggi, che poi in questi romanzi storici viene calata in un contesto ricostruito con estrema cura. In realtà avevo un po’ timore che questa terza parte non fosse a livello delle prime due, essendo ambientata durante la guerra fredda, rispetto alle due guerre mondiali, in cui l’autore ha sempre dato il meglio di sé (in particolare nella seconda). Invece mi sono dovuto ricredere, pur sentendo comunque un po’ la mancanza di cattivi molto marcati (ovviamente i personaggi dei nazisti si prestano particolarmente bene e qui mancavano).
Non credo sia un caso se questo autore è l’unico di cui io abbia letto tutte le opere. Aspetterò con impazienza la prossima.