Due Ubuntu fa (che, per chi non lo sapesse, vuol dire un anno) ho intrapreso la mia ultima avventura lavorativa, quella di freelance. Devo dire che il bilancio è decisamente positivo: il lavoro non manca (anzi), mi trovo bene e ho più tempo per la famiglia. Ogni tanto (ma non troppo) sono pure fuori, quel tanto che basta per non rimpiangere gli spostamenti quotidiani nel traffico, ma d’altro canto avendo l’opportunità di fare un po’ di vita lavorativa sociale. Cosa volere di più?
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Karma e sangue freddo
Dunque alcuni giorni fa ho provato ad aggiornare Ubuntu alla versione 9.10 Karmic Koala, con qualche settimana di anticipo rispetto all’uscita stabile, su uno dei miei quattro computer. La prima impressione non è proprio positiva. La sequenza di boot non mostra nemmeno più la barra di progressione, ora c’è una triste riga che va avanti e indietro, come su windows. Inoltre i tempi sembrano più lunghi, soprattutto dopo il login. Il nuovo tema è discutibile, ma questo è soggettivo e facilmente rimediabile. L’aggiornamento dei pacchetti pare sia passato su un diverso sistema di autenticazione, per cui chiede la password ogni volta. Anche la sua barra di progressione è peggiorata (aggiornamento: ieri era così, oggi invece almeno l’aggiornamento funziona come prima, cioè bene. Aspettiamo e speriamo anche per il resto).
il libro di symfony
Da un annetto a questa parte mi sto dedicando sempre di più ai contributi per la grande community dell’open source. Ovviamente i miei contributi sono modesti, soprattutto se confrontati con l’immensità dell’ argomento. A fine 2008, insieme ad altri volenterosi ragazzi, ho tradotto in italiano una bella ed utile guida a symfony. Ora, con nostro grande orgoglio, la si può anche comprare come libro su amazon. Io ne ho ricevuto due copie in omaggio dall’autore, come ringraziamento.