L’anno scorso abbiamo ripreso la nostra attività di ospiti tramite Couchsurfing, ospitando un francese con la figlia dodicenne (purtroppo non ho bloggato in merito, chiedo venia). Era una ripresa dopo vari anni di pausa (esattamente quattro, stando alla ricerca per tag).
Questa settimana abbiamo proseguito in grande stile, con un record che difficilmente batteremo: sei (dico 6) ospiti contemporaneamente! Si trattava di una famiglia proveniente dall’Australia occidentale, un posto che in precedenza ignoravo esistesse (davvero molto lontano e diverso rispetto all’Australia che tutti conosciamo). In realtà di origini diverse (ma quasi tutti gli australiani lo sono), la famiglia era composta dai due genitori, da tre figli (in età praticamente uguali a quelle dei nostri) e una simpatica nonna. Si sono fermati per tre notti, li abbiamo sistemati tutti in salotto sfruttando il nuovo divano-letto, il vecchio e glorioso pouf-letto e il sempreverde materasso matrimoniale gonfiabile. A novembre, quando mi contattarono la prima volta, ero un po’ scettico: mi sono dovuto ricredere totalmente. L’esperienza è stata probabilmente la migliore del genere avuta sinora. Persone simpaticissime, i bambini molto allegri e comunque educati (anche se purtroppo l’interazione con Leo e Gabri è stata un po’ limitata dalla barriera linguistica), anche la nonna molto attiva e partecipativa. Per una giornata mi sono anche offerto di accompagnarli, cosa che mi consente (come sempre in queste occasioni) di fare un po’ il turista per Roma.
Ovviamente ci hanno invitato, più di una volta, a ricambiare la visita a Perth, ma dobbiamo veramente organizzarci bene per tale eventualità.
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pareggio
Per pareggiare la precedente esperienza di couchsurfing, abbiamo ospitato pochi giorni fa un ragazzo israeliano, in modo che non si dica che siamo di parte! Ovviamente scherzo, valgono qui le stesse considerazioni fatte allora sulla distanza rilevata tra la persona e il paese (inteso come governo del paese). Anche stavolta i bimbi sono stati contenti e hanno socializzato, mentre io ho approfittato per fare un altro giro turistico della capitale, ma anche per gustare una shakshuka.
couchsurfing again
Lo scorso weekend abbiamo ospitato un ragazzo iraniano. Avevo deciso che ormai era passato troppo tempo dall’ultima esperienza, quasi tre anni (nell’autunno 2009 avevamo ospitato un ragazzo indiano) e che dovevo vincere la mia pigrizia. Ero un po’ titubante, pensando alla possibile lontananza culturale e, non mi vergogno ad ammetterlo, a quell’aura di diffidenza che si sente ogni volta parlando di Iran. Ovviamente, mi sbagliavo. Completamente. Behrooz si è rivelato un tipo simpaticissimo, molto alla mano e probabilmente più vicino a me di quanto non possano essere molti miei connazionali. Ancora una volta, couchsurfing si è rivelato un modo per sconfessare gli stereotipi che ci creiamo nella mente riguardo a persone di altri paesi, innescando un meccanismo di generalizzazione, forse inconscio.
La cosa che poi mi riempie sempre di gioia è vedere come i bimbi si relazionino spontaneamente con persone che non hanno mai visto e con cui ci sono inevitabili limiti di comunicazione: non solo hanno giocato con lui, che si è mostrato ben felice, ma hanno anche chiesto di lui il giorno dopo, quando se ne era andato.
E poi, ancora una volta, sono stato felice di andare un po’ in giro per la mia città, anche in qualche posto dove non ero mai stato.