Il tahr fidato

Arriva oggi per durare anni e anni, ma io lo abbandonerò tra appena sei mesi. Almeno sul mio desktop, ma sicuramente sui server resisterà un paio di anni (fino all’avvento della 16.04). È Ubuntu 14.04 LTS, nome in codice Trusty Tahr. Già aggiornato su 3 delle 5 macchine che gestisco.

Salamandra Sfacciata

saucy Potevo mancare di aggiornare Ubuntu? Certo che no! Potevo farlo in ritardo? Forse, ma stavolta sono stato abbastanza bravo e l’ho fatto con appena un giorno di anticipo.
Ho dovuto un po’ penare per sistemare le configurazioni di Apache, che nella 2.4 ha fatto modifiche non molto retro-compatibili. Ho scoperto con piacere che ora i file di configurazione mantenuti hanno tutti il loro bravo file .diff, così è più facile aggiornarne le parti cambiate. Certo se ci fosse un modo per saltare tutte le conferme di tali file, si potrebbe lanciare l’aggiornamento e andare a fare la spesa (cosa che ho fatto, ma trovandolo puntualmente bloccato su una richiesta di diff).

il coda a anelli scalpitante

Oggi è il giorno di uscita di Ubuntu 13.04, nome in codice Raring Ringtail. Tra l’altro, presentato sul sito ufficiale ubuntu.com con un’immagine presa dal mio fido netbook (vedi a lato). Io, come già successo in passato, ho anticipato di un mesetto il dist-upgrade, felice di lasciarmi alle spalle una LTS+1 non proprio entusiasmante. Finora ho avuto pochi problemi, anche se le novità non sembrano proprio eclatanti. Forse la cosa migliore, dal punto di vista lavorativo, è la versione di phpMyAdmin, che porta qualche funzionalità utile (pur restando, secondo me, un pessimo software).